TECNICA PIANISTICA
Posizione della mano
Parlando della posizione della mano sulla tastiera, non posso fare a meno di pensare al fatto che spesso ci si può trovare di fronte ad affermazioni ovvie e superflue, ma vi assicuro che, dopo anni di insegnamento, moltissime volte ho dovuto fare i conti con allievi che non appena si siedevano al pianoforte, perdevano ogni controllo dei propri muscoli. Improvvisamente le mani non avevano più nulla di naturale, anzi, nella loro improvvisa tensione muscolare e tendinea, sembrava che stessero preparandosi ad un'attivita da culturisti. Ogni movimento, anche il più banale, aveva la difficoltà dell'impresa che un bambino incontra nel cercare di muovere i suoi primi passi.
In effetti questa similitudine non deve mai abbandonarci. Quello che può sembrare l'esercizio più semplice e spontaneo, in realtà richiede preparazione, conoscenza e studio.
Un adulto riesce a camminare perfettamente in equilibrio (e lo fa senza concentrarsi!). Per lui quel movimento è del tutto naturale, istintivo. Il bambino che, ai suoi primi passi, vuole compiere la stessa azione, pur essendo in possesso degli stessi mezzi, deve prima misurarsi con la complessità di un'attività fino ad allora sconosciuta.
La mano che per la prima volta si posa sui tasti di un pianoforte, si appresta a compiere alcuni movimenti che sono per lei nuovi e che un giorno diventeranno naturali e liberi. Deve essere quindi guidata, educata, fino a quando la padronanza dei propri mezzi non sarà totale.
Quale deve essere allora l'approccio alla tastiera?
Quale la posizione ottimale della mano?
Non esiste una regola assoluta. Basta osservare pianisti come Horowitz per rendersi conto che le "regole" possono essere infrante in qualsiasi momento e con risultati eccellenti.
Durante le sue esecuzioni Horowitz teneva costantemente i gomiti al di sotto del livello della tastiera. In questo modo le dita, più distese del solito, colpivano i tasti con tutto il polpastrello e il polso era molto basso. Non solo: grazie a quella posizione (così lui sosteneva) riusciva a dosare con maggiore efficacia il peso del braccio ottenendo una gamma sonora molto ricca. E tutti noi abbiamo potuto verificare e apprezzare quanto la sua tesi fosse vera!
Horowitz riusciva, in quella postura del tutto personale, a trovare quell'equilibrio necessario a far funzionare tutto l'apparato spalla-braccio-avambraccio-mano-dita e, quando necessario, tutto il corpo.
Questo è il vero segreto! Trovare un equilibrio affinché tutti gli elementi possano funzionare correttamente e con il minor sforzo possibile.
Eccezioni a parte possiamo affermare che le mani dovrebbero assumere sempre una posizione naturale, essere rilassate evitando ogni tipo di tensione.
La tensione muscolare rappresenta un impedimento al movimento naturale e fluido, sia che si tratti della mano che del braccio.
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ATTENZIONE:
il termine "rilassato" può essere interpretato in modo scorretto.
Rilassare, nel nostro caso, non vuol dire inerzia,
assenza di forze, che non partecipa.
Una persona rilassata, distesa su un divano,
è completamente inerte, senza forze.
Un braccio rilassato, appoggiato su un tavolo è flaccido,
incapace di fare il minimo movimento.
Rilassare la mano e il braccio, per un pianista,
significa evitare che pericolose tensioni muscolari
impediscano la naturale fluidità del movimento,
presupposto fondamentale per una corretta esecuzione
e per un suono cantabile e ricco.
Condizione ottimale è quella in cui il braccio
(a partire dalla spalla), l'avambraccio, il polso e la mano
completamente privi di tensioni muscolari,
mantengano sempre la loro elasticità (termine assai più preciso).
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Provate ad appoggiare la mano, rilassata, su un tavolo, con il palmo rivolto verso l'alto, oppure osservate le vostre mani mentre lasciate penzolare liberamente il braccio lungo il corpo, rilassato. Noterete la naturale disposizione delle dita, leggermente arcuate, e del palmo. Quella, in linea di massima, dovrebbe essere la posizione della mano sui tasti.
Chopin faceva posare le mani dei suoi allievi sulle note:
MI - FA# - SOL# - LA# - DO
in questo modo la mano assume una postura del tutto naturale.
Il polso, allineato con l'avambraccio, dovrebbe mantenere una posizione tale da permettere al pollice di passare sotto il palmo della mano con un movimento semplice e senza costrizioni (durante una scala, per esempio).
Le dita devono essere libere di agire sui tasti grazie alla loro naturale articolazione e questa libertà di azione può essere data soltanto attraverso una mano "disponibile", elastica, priva di tensioni.